Cosa è il coaching? Cosa fa il Coach? A cosa ci può essere utile? Siamo tutti un po’ coach… ma allora perché il coaching fai da te non funziona?

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Domande per nulla scontate a cui non vengono sempre date risposte uniche e chiare da parte degli “esperti” del settore.

Ecco perché si è generata una sorta di confusione in chi vuole approcciare al discorso e conoscere ed approfondire la tematica.

Nel web si trova davvero di tutto.

Dai “maghi” che tutto possono, agli “strilloni ballerini” da palcoscenico che tutti motivano, al “dittatore” autoritario che ti allena per raggiungere la ricchezza..  insomma un vero ginepraio di approcci a questo meraviglioso mondo del coaching.

Anche io mi sono trovata in questo imbarazzo in principio, e per arrivare finalmente a capire e dare la mia risposta alle tre domande iniziali, ci sono voluti una serie di anni di studi, di corsi e approfondimenti, che mi hanno in qualche modo chiarito cosa non è un coach e cosa certamente non fa.

IL COACH NON TI DICE COSA FARE PER RISOLVERE UN PROBLEMA.

IL COACH NON CONVINCE NESSUNO A FARE NULLA.

IL COACH NON MOTIVA

IL COACH NON E’ UNO PSICOLOGO

Insomma ciò che ora mi è chiaro è che ci sono diversi “approcci” al coaching, tralasciando tutti gli altri, vorrei focalizzarmi su quello da me ritenuto più aderente alle mie corde e parlandone credo che si chiariscano anche tutti gli altri che sono comunque diversi.

 Il coaching da me studiato ed applicato è quello dei “Padri Fondatori”, definito anche “L’ORIGINALE”.

UN PO’ DI STORIA…..

Il britannico Sir John Henry Douglas Whitmore, scomparso ad aprile 2017 all’età di 80 anni, pilota automobilistico dopo essersi formato in America con il coach Californiano Mr. Timothi Gallwey   allenatore di tennis, intuì che in qualche modo il mondo dello sport, era fortemente legato anche al mondo delle aziende.

Da questa intuizione è nato il cosiddetto Performance coaching, volto al miglioramento delle performance individuali ed aziendali. (ci vuole poco a capire la motivazione che mi ha spinta a studiare ed approfondire questa materia)

Era la fine degli anni 70 e il metodo veniva inizializzato in America e importato in Inghilterra.

John e Tim, divennero i N. 1 nel campo del coaching applicato al business.

Avevano intuito che, nello stesso modo in cui riuscivano a sprigionare il vero potere umano nell’ambito di una prestazione sportiva, cosi avrebbero potuto replicare il processo sia nelle organizzazioni aziendali che in tutti gli individui.

Questo modello, chiamato G.R.O.W. oggi è il più diffuso ed applicato al mondo.

Ha delle basi fortemente umanistiche, è improntato sul miglioramento delle performance, sul raggiungimento di un obiettivo mirato e sulla migliore strategia da mettere in campo per raggiungerlo.

Per basi fortemente umanistiche, intendo che al centro di tutto il discorso, viene messo l’essere umano considerato unico e irripetibile, capace di migliorarsi.

Con l’aiuto di un coach professionista esperto, ogni individuo può scoprire le proprie potenzialità più care, e  ha la possibilità di farle divenire vero potere attraverso il loro   allenamento ; da qui deriva la parola inglese “coach” ovvero “ allenatore”.

Viene data rilevanza alla relazione, all’ascolto attivo, all’intelligenza emotiva, il tutto combinato con l’applicazione di un modello processato e replicabile per raggiungere gli obiettivi desiderati, che ne garantisce il successo.

Il  Goals.Reality.Options.Will   = Obiettivi .Realtà . Opzioni. Volontà , è il modello che se applicato con correttezza  garantisce:

  • la definizione concreta e specifica degli obiettivi
  • l’analisi del contesto attuale
  • l’analisi di tutte le varie possibilità a disposizione
  • l’analisi di tutti i passi o le azioni pratiche che potrebbero essere intraprese per poter vedere realizzati gli obiettivi di cui sopra

Ecco perché mi sono fermata su questo modello.

Da sempre mi definisco una professionista pratica, una che va al sodo. Non amo le perdite di tempo e soprattutto chi mi fa perdere tempo.

Di coach “marketing”, ne avevo davvero piene le tasche…anzi vuote le tasche.

Ho sempre preferito studiare ed approfondire, prima di esprimere un mio parere su una tematica tanto vasta quanto affascinante.

Ho sperimentato la potenza del coaching dei “padri fondatori”, subito.

Dapprima su me stessa, poi portando piano piano il modello all’interno della mia organizzazione e oggi applicandola a tutti gli imprenditori e individui, che vogliono migliorare le loro performance e raggiungere i loro obiettivi.

Un processo di cambiamento lento ma potentissimo. I risultati sono tangibili e visibili, in termini di crescita personale, relazionale, di performance, di obiettivi di risultato, e di conseguenza  il miglioramento esponenziale dei risultati economici.

Una cosa che voglio dire subito a tutti coloro che stanno pensando di provare è: “toglietevi dalla testa che le cose cambino dalla sera alla mattina”. Non è cosi. Ci vuole il tempo. Il tempo per poter far attecchire la trasformazione e vederne nascere i frutti.

Il tempo di pianificare e di studiare la strategia per poter fare goal.

Lo dico perché di promesse “pazze” ne è sempre pieno il web… e ad essere sincera agli inizi.. stavo per cadere nella trappola del marketing del “fuffa” coach .

Il coach è un professionista che ti  aiuta a definire e a  raggiungere i tuoi obiettivi .

Per fare questo, io utilizzo l’approccio originale, attraverso l’applicazione del modello grownE

Il coaching “fai da te”, o “di strada” o di “bar” non funziona in quanto necessita, come in tutte le cose, la competenza, ovvero la conoscenza approfondita della materia abbinata all’abilità,  ovvero alla pratica di applicazione.

Daniela Bontempo
Consulente del Lavoro & business Coach